Il secondo esponente dei Masterpiece Movie del “nuovo corso” Beeformer non poteva che essere l'ispiratissimo OPTIMUS PRIME apparso nel soft reboot / prequel di “Bumblebee”, personaggio già graziato da un ottimo Voyager Studio Series di cui non si finirà mai di tessere le lodi. Ed ovviamente è con questo che saltano fuori il più dei paragoni, nel bene e nel male.
Ed iniziamo col male, purtroppo, dato che la modalità alternativa di CAMION MOTRICE quasi non sembra quella di un Masterpiece degno di tal nome, con tutta la parte posteriore sballata per proporzioni e disguise, essendo troppo lunga e mostrando parte delle gambe, così come le ruote stesse sono ben più piccole di un camion reale ( o basta confrontarlo con gli altri Optimus MP o Magnus ).
La cabina un po’ tenderebbe a salvarsi, nel senso che pure qui il design generale si ispira al modello Marmon già visto nel suddetto SS, fra canne fumarie curve e pannelli sopra il parabrezza, MA almeno questo non è dritto perpendicolare, essendo un po’ obliquo come appunto il Frightliner nel film di Bee… PECCATO, PECCATO, peccato però che inspiegabilmente da dietro la cabina spuntino due pannelli triangolari che sembrano delle orecchie di gatto, un evidente avanzo della modalità robotica che però in un Masterpiece, che si basa su un veicolo reale di un film dal vivo, è davvero un aberrazione vederlo.
Infine, tornando al retro del veicolo, l'unico accenno ad una parvenza di realismo è dato dai dettagli sagomati in quelli che sono EVIDENTEMENTE i piedi del robot, dettagli che appunto mimano alla buona il “coperchio” tipico di questi veicoli nella parte posteriore.
Fa davvero restare di sasso questa pigrizia nel design della modalità alternativa, IN UN MASTERPIECE, e con appunto il succitato paragone del Voyager che riesce ad essere ben più realistico nei dettagli, anche in quelli della famigerata parte posteriore del camion, dove appunto negli Optimus in generale di solito è lasciata a se’; certo, anche negli altri MP G1 magari si vedono tranquillamente le gambe del robot, ma lì c’è il rimorchio a coprirle, o comunque spesso si guardava al giocattolo ed al cartone, mentre qui ci si ispirerebbe ad un film dal vivo, come già detto sopra.
Insomma, senza farsi troppi dubbi esistenziali, è ovvio che in questo modello hanno puntato tutto, o quasi, sulla modalità robotica, il che è comunque un peccato dato che, manco a dirlo, sono già usciti i soliti “Masterpiece” di terze parti che riescono ad essere più fedeli alla controparte cinematografica e reale del prodotto ufficiale.
E quindi, niente, andiamo a vedere questa modalità robotica, tramite una TRASFORMAZIONE che, giocoforza, è classica sì, ma inizia ad essere ripetitiva, sia nei vari Optimus Generations G1 che nel summenzionato Studio Series.
Molto classicamente ( e come si vede benissimo appunto dal disguise poco riuscito ^^“ ) la parte posteriore blu diventa le gambe, comunque in maniera mediamente elaborata, quel tanto da non essere troppo complicato ma restando appagante, con i serbatoi laterali in metallo che vengono inglobati dentro i polpacci, fra le altre cose. La parte superiore è anche qui classicissima e ricalca il Voyager SS, con i pannelli del tettuccio laterale che si ripiegano sulle spalle e le braccia che spuntano dai fianchi, anche se ora i gomiti si piegano al contrario; anche qui, si ruota di 180° dal petto in sù, con il pannello della griglia frontale che si ribalta divenendo la schiena, mentre la testa spunta fuori semplicemente ruotandola sul posto, ed il retro della cabina diventa il pannello dello stomaco, ed, ancora, le ruote anteriori si nascondo dentro di esso.
Il ROBOT, questo sì, è una gioia per gli occhi, essendo davvero sputato al modello in CGI ed al concept design, laddove, come già detto nella debita sede, il Voyager SS, per quanto ben fatto, è un po’ più squadrato e giocattoloso. Però anche qui ci sono delle licenze poetiche, nella forma della testa, più allungata e vicina al design del primo Optimus Bayformer, anche con abbondanza di dettagli nella mascherina della bocca, e nelle gambe con le tibie più lunghe, dando al robot la tipica imponenza dei Transformers dei cartoni, laddove il concept design era più antropomorfo nelle proporzioni fra cosce e stinchi.
Comunque, le forme del bot sono appunto più affusolate che non tagliate con l'accetta, ed anche il pannello che forma la schiena è ben integrato, ma invece a rovinare un po’ la magia ci pensano i pannelli sotto gli avambracci, gli stessi che nel solito Voyager, praticamente, solo che lì erano perdonabilissimi, mentre in un Masterpiece così sono un discreto pugno su un occhio, ma vabbè, da qualche parte dovevano pur metterli. ^^’
La cosa che fa sorridere amaramente, però, è che i maledetti pannelli triangolari del camion, che sono fedelmente finiti ai lati delle spalle, in teoria dovevano anche coprire la parte inferiore delle canne fumarie, ed invece queste restano lo stesso in bella vista!! ^^”’
Parlando degli accessori, il fucile ionico qui compreso è davvero notevole e per stazza quasi rivaleggia con il cannone a fusione di un classico Megatron! L'arma iconica di Op inoltre può piegarsi e riporsi a riposo dietro il bacino, o anche dietro il camion.
Ma c'è un altro accessorio a sorpresa, il più classico per un Optimus, ma che però non si è visto nel film da cui proviene questo modello: stiamo parlando della Matrice del Comando, ovviamente dentro il vano del petto che si apre alla solita maniera, anche questa in metallo: una Matrice dal look classicheggiante come il nostro Prime, però più rettangolare di quella G1, ma che risulta un po’ fuori posto se consideriamo il film di Bee come un prequel di quelli di Bay, dove l'artefatto Autobot appariva solo nel secondo e terzo film con un design diverso.
E’ un indizio di trame dei prossimi film dei Transformers? Un'incongruenza che nega il legame fra i primi film e i prequel? O semplicemente l'hanno messa tanto per mettercela? Propongo per quest'ipotesi, ma a sto punto allora non era male se ci buttavano in mezzo anche l’ascia di Energon iconica, no? ^^’
Infine, quasi banale dirlo, un’occasione sprecata, ottimo sì come robot ( anche se con la Matrice in più perchè sì ), ma che invece di “correggere” la modalità veicolare dell’omonimo Voyager, la peggiora, divenendo quindi più una versione MP comunque non del tutto riuscita di quel giocattolo, più che del personaggio del film, come sarebbe dovuto essere. Dato quindi che è riuscito a metà, il prezzo pieno non se lo merita tanto, quindi da avere al limite scontato, o se proprio si è fan di questa versione del personaggio, è meglio guardare a prodotti non ufficiali o aspettare l’eventuale nuova versione del film di Rise of the Beast. Peccato, peccato davvero.