Nell'ultima wave di Kingdom ecco arrivare infine SLAMMER, l'ultimo drone mancante del trio di Metroplex, che idealmente chiude anche il cerchio dei Weaponizer, gimmick iniziata con War for Cybertron Siege ed evolutasi nei vari Modulator e Fossilizer; sebbene sia stata battezzata dal Cog di Fortresse Maximus, fondamentalmente la gimmick è basata sulle peculiarità di Six-Gun, l'altro drone del buon vecchio Guardian, da qui l’ ideale chiusura del cerchio nell'ambito del Titano di Autobot City con proprio questo ultimo esemplare.
SLAMMER ( Deluxe Weaponizer ) War for Cybertron KINGDOM
O forse semplicemente Slammer non godeva di chissà quale corsia preferenziale per il semplice fatto di essere il più basilare dei droni dei vari City Bot, un piccolo CARRO ARMATO grigio e bianco, privo di una modalità alternativa robotica, che diventava semplicemente una delle torri di Metroplex.
E questa versione Generations aggiorna al meglio il design di quel piccolo pezzo di plastica a forma di tank che era lo Slammer G1, aggiungendo del nero su canna, retro e cingoli, così come dettagli sparsi in argento, ed ovviamente con una scultura eccezionale basata sull'originale, con la torretta e canna più equilibrata nelle misure e non superdeformed.
La fregatura in questa fedeltà però sta nel rialzo della parte posteriore in cui si incastra il retro della torretta, che di fatto impedirebbe a questa di ruotare, ma tanto il problema non si pone dato che già di suo non ha un'articolazione atta a farlo, ma almeno può alzarsi per sparare in alto.
Come giocabilità il nostro ha anche i soliti fori sparsi per armi, due per lato, e due dietro la torretta, così come ci sono una spina per lato su questa, e due però un po’ inutili vicine nella parte inferiore posteriore del tank.
Lo Slammer originale si trasformava in torre semplicemente togliendo la sua torretta con canna e ribaltando un'antenna da sotto il mezzo, attaccandosi al foro del polso di Metroplex tramite l'apposita spina posteriore, divenendo così la parte superiore del “palazzo” formato dall'arto: la TRASFORMAZIONE di questa moderna versione del tank / torretta non è citata nelle istruzioni, ma si sa, ufficiosamente, che imita quella originale, togliendo la torretta con canna ed estrapolando quello che diverrà il bacino del robot verso il muso del carrarmato, attaccando la canna ad una delle spine e mimando così una antenna.
La fregatura però è che il Metroplex Titan cui andrebbe appaiato non ha i pugnoni che si tolgono come il G1, ma ha le mani che adagiano sul polso, e, così come per Six-Gun Siege che quasi per miracolo riusciva a prendere posto come era originariamente, anche qui bisogna fare i salti mortali per sistemare Slammer come TORRE aggiuntiva, magari sfruttando i fori sui braccioni di questo Guardian e facendosi aiutare dalle parti avanzate, ovvero la torretta del tank, come collegamenti. Davvero, non potevano pensarci meglio e preparare già delle spine apposite per fare posizionarlo a dovere?
Vabbè, proseguiamo con l'altra modalità ufficiale, ovvero quella di robot, inedita già come per Brunt di Trypticon, del quale si temeva che Slammer divenisse un mero repaint, e si ottiene ovviamente separando i vari pezzi e ricombinandoli, con la torretta che divisa diviene le braccia, il muso il torso da cui spunta la testa, le due parti posteriori le gambe ( semplice ma azzeccato che i piedi si ripieghino lateralmente ), e la parte inferiore coi cingoli si adagi sulla schiena.
Come ROBOT Slammer è semplice ma azzeccato, con un bel design da tizio-drone-tank, vista sopratutto la faccia davvero elementare con mascherina e visore e la testa quadrata. Anche qui il colore rende assai, con parecchio nero in più scaturito dalle cosce e dai bicipiti: a proposito delle prime, inoltre, sono prese da quelle dello stampo del Modulator di Ironworks.
In quanto Weaponizer, non ha un design fisso e definito, dato che se, ad esempio, nell’artbox e nelle foto ufficiali, il cannone sta su una delle spine sui dorsi dei pugni, ma potrebbe sistemarsi sulla spina dietro la testa, come il più classico dei robot che diventano tank. I cingoli stessi, inoltre, uniti possono diventare una sorta di motosega da sistemare grazie al pezzo che unisce le braccia nel tank.
E concludiamo parlando delle ARMI cui diventa, e sopratutto sottolineando come si scomponga in ben 13 pezzi, forse il numero più alto fra i Weaponizer ed affini, dato che, fra le altre cose, le braccia si separano dalle spalle e pure il bacino è un pezzo a se’. Nelle istruzioni è mostrata una solo configurazione, con il modulo del torso dietro la schiena di un bot, che sostiene le gambe di Slammer, cui sono scolpite nei lati delle batterie di missili, mentre anche le spalle hanno la 4 missili scolpiti, volendo. Della motosega abbiamo già detto, così come è ovvio l'uso del cannone, e via così di combinazioni, anche se si sente la mancancza di qualche spina in più su gambe e torso.
Insomma, un bel Weaponizer che da lustro all'omonimo giocattolino di un tempo, giocabile in tutte le sue modalità e combinabile in millemila fatture, anche se potevano sforzarsi un po’ per farlo interagire meglio con il suo Titano Metroplex.
-Videorecensione