Per fortuna la linea Legacy, nel prepararsi a celebrare i 40 anni del marchio, ha saputo pescare e riproporre in chiave Generations anche quei Transformers un po’ di nicchia, ma che sono molto amati dai fan duri e puri, come il buon JHIAXUS, nemesi principale della maxiserie a fumetti sulla G2 uscita nei primi anni ‘90.
JHIAXUS ( Voyager ) Generations Legacy *G2*
Creato ex novo per quelle storie e non basato sulla linea di giocattoli del tempo, Jhiaxus grazie a questo Voyager può finalmente vantare un'incarnazione fisica fedele, dato che i precedenti modellini omonimi di qualche anno fa erano libere interpretazioni e basate su versioni del personaggio diverse dall'originale, come lo scienziato dei fumetti IDW.
Sempre sia lodato Furman e la sua fantasia, così come il buon Derek Yaniger che ne ha forgiato le fattezze, certo, ma è innegabile che l'aspetto del ROBOT sia davvero particolare e fuori dagli schemi, anche dopo la smussata estetica per renderlo un Generations affine ai suoi colleghi: infatti moooooolto eccentrici risultano la forma della testa così come i particolari scolpiti sulle tibie e le ali pipistrellesche ai lati di queste, ma ancor più è la colorazione a lasciare un po’ interdetti, con un bianco principale bilanciato da torso, pugni, tibie e piedi gialli, ma con una testa rossa e le ali verdi ad incasinare ulteriormente l’“armocromia” complessiva.
A questa colorazione dopo un po’ ci si abitua, per fortuna, aiutata anche da un buon stampo che vede il nostro come un bel robot alto e robusto alla stregua di un Prime ( giustamente ), graziato da torso in plastica trasparente che rende la colorazione giallo oro più splendente e soprattutto un'ottima posabilità che arriva anche ai famigerati pugni che non solo ruotano ma possono anche aprirsi!
Il nostro è esente da qualsiasi vuoto su avambracci o interno cosce vari, e se proprio vogliamo fare i puntigliosi, non sarebbe stato male se le ali potevano piegarsi alla base, giusto perchè fa più figo muoverle così le ali per le pose, ma potendo invece piegarsi a metà, almeno riducono l'ampiezza in caso di necessità infastidendo molto meno.
Posto che ha un numero di fori standard sparsi nel corpo per le armi alla maniera dei post WfC, gli accessori del nostro sono due versioni dello stesso fucile, uno rosso grande e uno più piccolo in plastica trasparente con dettagli argento, sulla forma di quelli visti perlopiù nei fumetti G2, o come li sfoggia nella copertina del numero 7, appunto.
Tali fucili sono combinabili fra loro grazie alle spine laterali di entrambi ed al foro di quello piccolo, e manco a dirlo possono quindi sistemarsi a riposo in uno qualunque dei succitati fori sul corpo.
La TRASFORMAZIONE non è affatto male, con il petto che si solleva facendo uscire la punta del velivolo e la testa che rientra aprendo il pannello della schiena, bacino ruota e gli stinchi scivolano in su a coprir le cosce, rivelando così i reattori posteriori. Anche le ali che erano sulla parte superiore / anteriori ruotando vanno finire all'indietro, così come le braccia che si avvicinano sotto l'aereo e pure loro slittano posteriormente.
Il JET CYBERTRONIANO si rifà come look a grandi linee al riadattamento nei fumetti moderni dell'alt mode originale del nostro Decepticon di seconda generazione preferito, dato che, così come il robot, era inventato di sana pianta e praticamente era l'hovercraft di Scourge ma con le ali pipistrellesche. Alla fine abbiamo un jet un po’ più definito, con un lungo cockpit frontale ed un alettone verticale posteriore piuttosto che non la pinna / bocca di fuoco posteriore.
A rovinare un po’ il design purtroppo ci pensano le braccia del robot sistemate in un unico modulo sotto il velivolo, quasi fossero un carico attaccato appositamente sotto al jet: per quanto sia un velivolo di fantasia e quindi magari appositamente disegnato per essere così, sta di fatto che tale modulo pretestuoso ( che si vede lontano un miglio che sono due braccia di robot appaiate ) potevano renderlo più aerodinamico sfumando il contorno delle spalle.
Certo, meglio così che non vedere gli arti come i soliti moduli sotto le ali, o forse no, diciamo che entrambe le soluzioni non sarebbero il massimo, ma, ancora, se rendevano tal “modulo” un po’ meno posticcio era meglio.
Anche i colori sono strambetti nel jet, anche magari rendono meglio come disposizione, con la parte centrale bianca ed il resto giallo oro, la punta rossa e le ali verdi, tant'è, ma c'è pure il tocco di classe dell'interno dei reattori color rosso chiaro, giusto per.
A livello di giocabilità, è un po’ sprecato il vuoto sotto la cabina di pilotaggio, ma almeno sotto la punta rossa c'è un foro per armi, così come uno centrale e due laterali sopra le ali, poco accessibili però dalle armi del nostro per la forma stessa di queste, ma in qualche maniera si riesce a sistemarle. Peccato per i fori sprecati delle braccia che finiscono SOTTO e non ai lati delle stesse.
Insomma, fondamentalmente un bel modellino, cui gli si perdonano le poche pecche della modalità alternativa, anche migliore magari nella media di altri suoi colleghi di linea ma che paga lo scotto del design fumettistico originale e di essere davvero troppo di nicchia come personaggio nella mitologia dei Transformers, anche se questo stesso giocattolo ha aiutato a farlo venire meritatamente allo scoperto.
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