Fra i meriti del primo film animato dei Transformers, nel 1986, va annoverato quello di aver ampliato la cosmogonia del loro universo ( anche se qualche accenno s'era già intravisto nella stagione 2 del cartone ), così che al cinema i bimbi americani dell'epoca fecero anche la conoscenza di WRECK-GAR, capo della tribù dei Junkion, bizzara specie di cugini dei Cybertroniani, abitanti del bizzarro pianeta spazzatura Junk, dalle bizzarre abitudini e costumi dovuti anche alle trasmissioni da tv spazzatura terrestre di cui sono amanti.
Ora, personalmente non sono mai stato un gran fan di Wreck-Gar, anche se a farmi avvicinare di più a questo personaggio c'è riuscita la sua geniale versione Animated, ma è innegabile che questo Studio Series 86 è davvero bello, sin dalla sua modalità di ROBOT, innanzitutto anche perchè grande e imponente come Voyager, in perfetta scala coi settei e alto quanto un Optimus Prime.
Ma soprattutto è sputato al suddetto settei del cartone, laddove il “povero” giocattolo G1 originale era sì basato su un disegno preliminare di Floro Dery ( colui che ha creato tutti i protagonisti del film del 1986 ), ma il modellino lo peggiorava con testone, braccine esili e gambone sproporzionate.
Lo Studio Series è uno spettacolo a vedersi, ben piazzato, robusto e solido, con tutti i dettagli iconici sino agli aculei su braccia e gambe, laser mobili sul petto e con gli unicissimi difetti di avere i manubri dietro la schiena, ma non danno alcun fastidio, figuriamoci.
Anche cromaticamente è una bellezza, variopinto come nel cartone ma senza risultare arlecchinesco ed inguardabile. Non ci sono neanche stonature o citazioni al giocattolo ( a parte i succitati manubri sulla schiena ), e la testa e faccia sono scolpiti ottimamente, con i baffi e pizzetto lunghi il giusto.
Come accessori mancherebbe il fucile, ma nel cartone ( o almeno nel solo film ) non si vede, quindi c'è tutto il resto, ovvero l'ascia a 4 lame, con queste che ruotano come una ventola, ma non so se il fatto di ruotare citi quella dei cartoni, dato che quella del modellino G1 era fissa, e le due ruote, davvero ben fatte e scolpite e pure loro colorate fedelmente, con tanto di aculei rossi nei copertoni.
Le ruote non sono uguali, con una più sottile dell'altra ( la posteriore rispetto all'anteriore ) e si infilano negli aculei ( belli lunghi!! ) ai lati di ginocchia e polsi, ma questi fori ( con le ruote che girano indipendentemente da questi ) vanno bene anche nelle spine da 5mm delle armi. L'ascia, invece, grazie ad una spina più piccola si può sistemare a riposo nell'apposito foro dietro la schiena.
E a proposito di armi e di fori per esse, ce ne sono uno per lato sui polpacci e gli ormai comuni fori sotto i piedi.
Infine, il robot è assai articolato, al meglio della media dei WfC, con sì le caviglie che si piegano ma nel senso che i piedi si aprono lateralmente… vabbè, a parte ciò questi si muovono pure frontalmente, i pugni ruotano nonostante la trasformazione comune che li fa ripiegare negli avambracci, la testa ha abbastanza lasco di movimento anche frontale, e volendo, grazie alla TRASFORMAZIONE, può piegare in avanti il busto rispetto al bacino.
Questa ricalca fedelmente quella dell'originale, anche se nel busto è più elaborata, con questo che si apre frontalmente, per poter liberare da dentro l'effettivo muso della moto che si ribalta verso l'alto, con la testa che vi si infila dentro, seguita dal petto che si sistema frontalmente, e le braccia che si incastrano lì sotto ( da sottolineare che la schiena del robot dev'essere ribaltata tutta all'indietro rispetto al pannello che la collegherebbe al bacino, sennò non si riesce ad incastrare bene la parte del petto e testa con i moduli grigi che sostengono le braccia ).
Infine, le gambe sono banalissime nel piegarsi in avanti a livello delle ginocchia e bloccarsi tramite le pumte dei piedi sotto le spalle, con il pannelli dispiegati del bacino che formano la sella. Ah, e ovviamente bisogna sistemare le ruote fra gambe e braccia!
La MOTOCICLETTA risultante, futuristica ma non troppo, è davvero bella e robusta, fedele ovviamente alla versione cartoon anche se qualcosina non combacia, essendo questa più aerodinanica e meno tozza ( a parte le braccia che tengono la ruota anteriore ) e mancando del parafanghi anteriore, ma si perdonano volentieri queste leggere inacuratezze guardando il veicolo nel suo complesso.
Fa un po’ tristezza l'ascia / ventola che si attacca dietro il mezzo tramite la spinuccia e che sembra un'elica posteriore buttata lì, laddove ci sarebbe posto, volendo, nello spazio fra le braccia, ed infatti grazie ad un forellino sulle spalle è possibile incastrarvi lì l'arma, anche se s'intravedono le lame da sotto, vabbè.
Fra i dettagli scicchettosi, oltre alle fiamme dorate sul serbatoio, vanno segnalati i contachilometri dietro la testa del robot che ora appaiono nella loro posizione all'interno del muso della moto. Inoltre, molto utili i cavvalletti per tenere dritta la moto, formati da pannelli che si aprono da quelli che erano i polpacci del robot.
Ma come nei cartoni, anzi, proprio come nel film dove vengono introdotti gli abitanti di Junk, è possibile far cavalcare la moto ad un altro Wreck-Gar, o anche meglio, aspettare il suo prossimo remold delle fattezze di un altro Junkion per ricreare quelle scene, grazie ad una apposita spina sulla sella che si incastra sotto il pube dei nostri, o anche senza usare questa, la moto può essere guidata tranquillamente da altri modellini, grazie all'alta posabilità di questi, preferibilmente Deluxe ma anche i Voyager riescono a starci decentemente.
Infine, un gran bel modello, che finalmente rispecchia fedelmente il personaggio visto nei cartoni ( laddove il Deluxe Reveal the Shield di quasi 10 anni fa per quanto bello era parecchio reinterpretato ), solido e assai giocabile in entrambe le modalità, che aggiunge carisma ad un bot che già di suo ne avrebbe a palate, o che magari rende più digeribile questo Autobot onorario piuttosto sui generis, dipende dai punti di vista. ^^