Dopo la sbornia dei cosidetti Bayformer ed affini, negli ultimi due anni il brand dei Transformers, grazie anche alla celebrazione del suo 35ennale, ha avuto un ritorno di stile celebrativo della classicissima G1, il cui alfiere è stato il film spin-off di Bumblebee, che ha sdoganato anche sul grande schermo i look originali dei nostri beniamini, impensabili ai tempi dell'uscita del primo film dal vivo del 2007. E se il “nuovo” Bumblebee cinematografico ha dovuto pagare pegno alla sua incarnazione ormai più famosa, l’OPTIMUS PRIME che compare lì invece è una gioia per gli occhi per i fan di vecchia data.
Come dicevo, ai tempi pareva improbabile riuscire a far passare il classico Commander come un robot alieno credibile sul grande schermo, e pure alcuni disegni concettuali parevano dar ragione a questa tesi, ma invece ora questo ROBOT è un ottimo mix di classico e avveniristico, con i colori base distribuiti ad hoc e con i dettagli iconici come il parabrezza sul petto, e le canne fumarie sulle spalle, ma anche le due coppie di ruote ai lati delle gambe e le taniche ai lati delle ginocchia.
Certo, il Voyager SS è più giocattoloso che l'effettivo modello in CGI che si vede nel succitato film, con piedi e gambe più squadrati, dettagli di luci sulle ginocchiere ( queste paiono un rimando a quelle del Bayformer, quasi ), così come le canne fumarie in vista sulle spalle e non seminascoste alla base, ma anche così fa davvero un figurone.
Articolatissimo alla maniera dei moderni WfC ( con tanto quindi di rotazione di bacino e pugni ), non ha neanche chissà quali avanzi o kibble vari, a parte dei pannelli ripiegati dietro gli avambracci che davvero sono praticamente poco o nulla di fastidioso, così come geniale la schiena, con un pannello aderente ribaltato con scolpiti i dettagli appunto del modello in CGI, ed in più due fori sui si può sistemare la sua arma in dotazione, ovvero la versione moderno/realstica del classico fucile ionico, che ha sue spine ai lati proprio per posizionarlo lì a riposo.
La TRASFORMAZIONE è ovviamente a grandi linee quella classica sin dalla G1, ma parecchio elaborata che quasi ricorda quella del Deluxe War for Cybertron del 2010, a cominciare dalle gambe, con le parti frontali degli stinchi che si sollevano facendo perno sulle ginocchiere, così come i pannelli dei polpacci, mentre il vuoto creatosi viene riempito dai piedi che ruotano di 90° su se stessi prima di andarsi a fissarvisi all'interno di quello che è divenuto il retro del camion motrice.
Passando ai piani alti, abbiamo il succitato pannello della schiena che si ribalta mostrando il paraurti e la griglia frontale, e si liberano anche le ruote anteriori lì rinchiuse, mentre si aprono i finestroni pettorali e si ribalta in avanti la testa, per permettere al solo petto di ruotare di 180° ( mossa questa già vista in parecchi Optimus dal design classico recenti… ), così come l'addome si stacca dal bacino e si piega verso il retro.
Fissata la testa dietro, le braccia si piegano indietro nella maniera vista e stravista nei cartoni in tv, ruotando di 90° verso l'interno i soli avambracci, con i pannelli su questi che vanno a coprire i lati della cabina, ed idem i pannellini sopra le spalle il tetto, e lo stesso fanno i pannelli sulle ruote anteriori, mentre gli avanzi frontali delle gambe divengono il retro delle cabina, adagiandosi ad esse, ed infine da quelle che erano le cosce saltano fuori i serbatoi laterali, fermate dai succitati pannelli dei polpacci.
Il CAMION MOTRICE risultato è davvero bello e realistico, sopratutto la parte posteriore che di solito viene lasciata a se’ stessa, MA a guardar bene non è il camion Frightliner classico G1 e che si vede negli ultimi minuti del film di Bee, ma bensì si ispira ad un'altra marca, il Marmon, dal muso ancora più dritto e con dei pannelli sopra i parabrezza. Questo perchè il modello in CGI effettivamente HA quest'ultimi dettagli sul petto, ma evidentemente poi nel film sono andati a prendere il modello classico G1…
Ma a parte il modello sbagliato ( a monte … ), il camion, dicevo, è assai realistico come fattura e proporzioni, nonostante la livrea classica ma giocattolosa con la striscia argento ( anche se mancano i simboli Autobot ai lati ), ed appunto è encomiabile come sia snella la parte posteriore; talmente snella e vuota che a guardar bene al suo interno poteva ospitare anche il fucile, magari opportunatamente incastrato o un po’ accorciato, ma effettivamente ci poteva stare eccome, piuttosto che sistemarsi pigramente sul foro posteriore che serve però a poter trascinare il rimorchio dell'Optimus Earthrise / Kingdom, almeno.
Insomma, dopo gli exploit “Bayformer”, il condottiero Autobot per eccellenza ritorna con un look classicissimo ma realistico per l'ultimo film dal vivo della saga, e non solo esteticamente è riuscitissimo, ma pure il giocattolo stesso è un piccolo capolavoro, fra scultura, dettagli dipinti e trasformazione! Consigliatissimo a tutti i fan di Optimus Prime, sia G1 che dell'universo cinematografico!