E con questo WHEELJACK Origins si può dire che si chiude il capitolo di quel pugno di Transformers apparso nel primissimo episodio dei cartoni G1 esibendo delle modalità alternative Cybertroniane, dopo i precedenti Bumblebee e Jazz Origins da una parte ed i Decepticon Seeker e Soundwave visti in WfC Siege dall'altra ( salvo che magari poi per sfizio non vanno a rifare pure questi, vai a sapere! ).
WHEELJACK *ORIGIN* ( Voyager ) Generations LEGACY UNITED *G1*
Forse non è un caso che Saetta sia l'ultimo, dato che la sua modalità nativa era probabilmente quella più complicata da realizzare, ovvero una sorta di FURGONCINO hovercraft effettivamente poco attinente con l'alt mode di auto sportiva che assumerà poi sul nostro pianeta, ovvero la celeberrima Lancia Stratos Turbo.
Col senno di poi, forse sarebbe stato più consono mettere un Ironhide al suo posto, nell'iconica scena iniziale dove carica su Maggiolino, ma rimpianti a parte, il veicolo si presenta davvero bene e fedele a com'era nei cartoni, forte anche della sua classe di Voyager, che magari inizialmente può sembra esagerata, ma a conti fatti è stata decisamente necessaria.
Il veicolo infatti è bello grosso ed è nella media di un Voyager, così come aiutano a rimpinguare la massa i vari accessori, nella forma di una pistola laser da montare sul tettuccio ( che diverrà poi l'iconico cannone da spalla del robot ), più un paio di eliche da sistemare frontalmente a ricreare quanto visto nella sua breve apparizione iniziale, dove faceva uscire dal muso questi rotori per sbaragliare un “posto di blocco” Decepticon.
E sempre come visto nel cartone, è possibile applicare un'apposito pannello a 3 pieghevole che simula la modalità blindata che il veicolo assume ad un certo punto della sua fuga dai Seeker: staccando e ricombinando i pannelli esterni questa diventa inoltre una sorta di pista, come le strade che i nostri due Autobot attraversano per le vie di Cybertron! Magari è un po’ forzato quest'ultima cosa, ma è un modo come un altro per “trasformare” quei 3 pannelli che non solo nel succitato scudo.
Ma la gimmick principale che giustifica la classe Voyager di questo Saetta è sopratutto quella di poter aprire il portellone posteriore e contenere così la modalità veicolare di Bumblebee Origins ( con le estremità debitamente ripiegate ) sempre come si vede in quell'iconica sequenza!
Detto ciò, il veicolo non è che sia FEDELISSIMISSIMO a quello del cartone, a dire il vero: se da una parte abbiamo il bel tocco delle finestre laterali verticali in plastica trasparente, a dover spaccare il capello in quattro il parabrezza è un semplice rettangolo e non si estende verso i lati ( anche se in un'inquadratura dall'alto del cartone si vede così… ), così come l'alettone posteriore è chiuso posteriormente e non si allarga anche lui verso le pareti laterali, come ad esempio anche nel veicolo di Jazz Origins. In compenso, sempre per legarlo al modello di Bee, ai lati dell'alettone ci sono delle scalette apposite per potervi sistemare le barre di Energon che erano allegate al modello di Maggiolino Origins. ^^
Anche la TRASFORMAZIONE omaggia le mitiche primissime sequenze del cartone, dato che il muso del veicolo si divide in due e diventa le braccia del robot, diversamente dalla trasformazione iconica del WJ terrestre, ma appunto mimando ciò che si vedeva in tv. Il resto del veicolo invece vede dispiegarsi i pannelli laterali e posteriori che in maniera egregia finiscono ripiegati nelle gambe, mentre parabrezza e tettuccio semplicemente si ripiegano sulla schiena.
Ricordando che la bizzarria di quei pochi Cybertroniani che nei primi 5 minuti del primo episodio si trasformavano era proprio quella di avere i ROBOT con sui corpi i dettagli dei veicoli terrestri a venire, anche Wheeljack frontalmente è una bella resa del settei G1, ma ovviamente oberato da delle gambone e da un zainone non indifferente, come accennato sopra.
Certo, riesce a mantenere dettagli fondamentali come le alette sulla schiena, così come il cannone si posiziona sulla spalla destra ( e solo quella, però, che solo lì c'è il foro, mah! ), ed è più fedele come forma rispetto all’Earthrise, ed anche il parabrezza sul torso, con la scusa che è farlocco, è più fedele che non quello squadrato sempre dell'ER. Peccato per l'assenza delle strisce verdi sugli stinchi, ed ironicamente è un millimetro più piccolo del Deluxe Generations precedente, nonostante sia un Voyager, ma appunto sappiamo dove va il grosso della massa…
Però è snodato al meglio come Generations, con tanto di rotazione dei polsi, e riesce ad avere qualche foro per armi ai lati di gambe ed avambracci, oltre ai classici sotto i piedi e dietro la schiena / zainone: qui inoltre trovano posto a riposo le elichette di qui sopra ( che volendo possono sistemarsi sulla punta del cannone ), così come la copertura blindata, che aperta e con i pannelli esterni diagonali diventa… un bel paio di ali aggiuntive! ^^’
Vabbè, perlomeno in qualche maniera non vanno persi sti accessori, ecco, e così tozzo questo Saetta sembra ancor più piccolo di quel che è, ma abbiamo già detto che il meglio di se’ e la sua ragion d'essere è la modalità veicolare, anche se il robot è indubbiamente fatto al meglio di quel che si possa riuscire.
Insomma, assodato che la sua mancanza di grazia robotica è dovuta all'ingombrante alt mode, e che questo rispecchia al meglio quanto visto in tv, in definitiva è un must per i fan della primissima apparizione di Wheeljack e di quei Tf in generale, un omaggio doveroso che accettiamo volentieri nei limiti del suo design originale.