Dopo il Titan dedicato all’Ark uscito per Kingdom, e subito dopo il non così carismatico Metroplex Cybertron, per Legacy Evolution abbiamo un'altra versione inedita di un “personaggio” di nicchia per la classe più grande e costosa Generations, ovvero nientemeno che la versione trasformabile della NEMESIS, l'astronave dei Decepticon partita all'inseguimento dell’Arca nel primo episodio dei cartoni animati.
NEMESIS ( Titan ) Generations LEGACY EVOLUTION *G1*
E in effetti la storia di questa navicella sarebbe breve e triste, dato che atterra malamente sul nostro pianeta e viene ripescata solo nella seconda stagione nell'episodio “Microbots”, e compare pure di striscio, che magari i fan ricordano meglio la seconda navicella poi inabissatasi e divenuta la base terrestre dei Distructor, la “Victory”; per fortuna la Nemesis torna sotto i riflettori grazie al finale di Beast Wars, con Megatron II che la recupera e con essa sferra un attacco decisivo contro i Maximal.
Detto ciò, sebbene l'Arca quindi sia più famosa, alla fine il Titan Kingdom per me non aveva un grande appeal, complice anche la semplice fisionomia a saponetta, mentre come ASTRONAVE la Nemesis è decisamente più elaborata, con la sua forma affusolata e le sue enormi 4 ali per lato, più il ponte di comando rialzato verso avanti.
Giocoforza questo modellino non è COSI’ affusolato come nel cartone, risultando più tozza, ma il design non viene tradito e risulta fedele in tutti i particolari, come i timoni verticali nelle ali ai lati, il simbolo Decepticon ai lati del'ala superiore, gli alettoni più piccoli verso la punta e con l'unica mancanza di un paio di ulteriori alettoni nella parte inferiore semisferica.
Ma questi vengono sopperiti con delle apposite rampe a scomparsa, un po’ corte e grigie ma con l'aggancio delle basi dei Titan di War for Cybertron: in effetti quelle ulteriori rampe rettangolari nel settei risultavano ridonanti, quindi diciamo che come omissione è ragionata.
Nelle rampe retrattili di questo Titan si possono sistemare gli appositi micro aerei Seeker in dotazione, 4 di cui un tetrajet e due conehead, che vi si attaccano e possono rimanere anche dentro l'astronave stessa, facendo scena e senza il rischio di perderli, così piccini!
Altri accessori sono 6 cannoncini da sistemare nella parte anteriore della nave, così come gli alettoni sul muso sono estraibili, ma di questi ne parlerò in seguito.
Ah, pure la punta della torretta di comando si stacca, così come le ali laterali e quella inferiore, per poter essere accomodata dentro la confezione, ma per poter appoggiare il vascello in maniera orizzontale, non serve staccare tutto il timone inferiore ma basta aprirlo appositamente in due: una volta poggiata, da sotto i reattori si può abbassare un ulteriore pannellino che funge da “entrata” all'astronave, anch'esso con l'aggangio per le rampe delle succitate basi Titan.
La navicella è bella grande e fa la sua figura, ma viene un po’ sminuita dalla massa dell'altra presunta “Nemesis” Titan precedente, ovvero la modalità di astronave di Trypticon, ribatezzata così in seguito alle vicende dell'universo Alligned, per quel che vale; peccato però che Trypticon una volta sollevato abbia le varie estremità che collassano quindi è poco “giocabile”, mentre questa “vera” Nemesis è ben più solida.
Sebbene leggera rispetto al vecchio Titan godzillesco, l'astronave qui è più compatta, e lo si evince poi dall'ottima TRASFORMAZIONE, forse la più elaborata finora per questa classe ( combiner esclusi ), con la parte anteriore che si separa per diventare le braccia, mentre il pannello sotto la torretta si ribalta, esce la testa e e nel vano creatosi vi si richiude la torretta, copera poi dall'ala inferiore aperta e ribaltata verso su. La parte inferiore si divide ed allunga mostrando le cosce, i reattori si dispiegano e ruotano diventando i reattori dei piedi, e le due metà dell'ala superiore si ripiegano sui polpacci altrimenti vuoti. Si abbassano le due metà inferiori tonde della parte superiore e vi si fanno ruotare all'infuori le mani, mentre le ali laterali ruotano di 180° e si aprono anch'esse in due diventando delle ginocchiere.
Il ROBOT è bello imponente e alto, eretto, nella media degli altri Titan, ma guardando i concept design ad opera di Emiliano Santalucia, è pensato per assumere una forma un po’ ingobbata e piegata, che lo caratterizza decisamente, anzi, LA caratterizza, dato che è pure pensata per essere una fembot!
Le mani sono artigliate e si aprono su pollice e restanti 4 dita, è articolata nella media, con la testa che ha un bel range per potersi alzare ed abbassare, e sopratutto questa ha il design col simbolo di fazione come faccia, rivaleggiando con l'Ark e la sua faccia da simbolo Autobot, ma potendosi “chiudere” come fosse una maschera da battaglia, volendo, mentre gli occhi hanno la funzione di light piping.
Davvero bello come sono state sistemate le 4 grandi ali dell'astronave, ma quelle sulle gambe rivelano una sorpresa, potendosi staccare ( come si diceva sopra ) e diventando degli enormi fucili facendone uscire impugnatura e bocca di fuoco ripiegate. Certo, sono un po’ pretestuosi come forma, ma come “riciclo” di quelle due parti, comunque già di loro ben aderenti sulle gambe, è davvero un'ottima trovata.
Meno riuscita invece quella degli alettoni anteriori, che come dicevo sopra possono essere estratti anch'essi ed impugnati come fossero, idealmente, delle spade, ma… ehm, sono DAVVERO piccole in mano alla nostra Titana, e sembrano piuttosto delle semplici bandierine! ^^’ Peccato che l'idea non sarebbe stata malvagia, se solo la forma di questi alettoni fosse stata più allungata ed a punta. Diciamo che fanno più bella figura come decorazioni sulle spalle e amen!
Decorazioni invece non richieste e pure ingombrati sono purtroppo i pannelli che pendono lateralmente dai gomiti, unico vero difetto nel complesso di questo modello: peccato davvero che non abbiano potuto magari ripiegarli verso l'alto sulla spalla o sull'avambraccio, che sono fastidiosi così buttati, ma diciamo che per fortuna ha solo questo come bruttura!
Ah,come ultima gimmick non dimentichiamoci quella delle rampe laterali che ora compare sugli avambracci del robot, come fossero delle enormi portaerei!
Insomma, nonostante non sia effettivamente uno dei vari “personaggi” iconici della G1, l'alt mode lo è indubbiamente, e sono riusciti a tirarne fuori una fembot davvero accattivante, così come appaga la complessità della trasformazione per la massa di questa classe: quasi quasi è un peccato che dal prossimo anno con il Titan di Star Optimus abbassaranno prezzo e grandezza di questi giocattoloni, dato che sarebbe stato interessante vedere magari anche la Victory, o pure l'Axalon e la Darksyde in versione antropo o zoomorfe, ma chissà cosa ci riserverà il futuro. ^^
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